COMUNICATI STAMPACOP26 dimentica la sostenibilità dei sistemi alimentari globali
Nella serata di sabato, si è conclusa la COP26, conferenza ONU che ha riunito a Glasgow i rappresentanti di 200 paesi nel mondo, con l’obiettivo di delineare azioni concrete per porre fine al cambiamento climatico. Tutti i 197 paesi delle Nazioni Unite presenti a Glasgow hanno sottoscritto l’intesa finale sul clima, che mantiene in vita l’obiettivo di limitare l’innalzamento della temperatura a livello globale al di sotto di una crescita di 1.5°C entro la fine del secolo.
La Conferenza ha rappresentato un’occasione per raggiungere intese importanti, ma senza dubbio il lavoro da fare è ancora molto. Sono stati discussi temi fondamentali come la decarbonizzazione dell’industria e dei trasporti, la riduzione delle emissioni, la deforestazione, la finanza climatica, ma anche il coinvolgimento delle generazioni future nella lotta al cambiamento climatico. Un buon punto di partenza per quanto riguarda il dialogo tra le parti riunite a Glasgow, ma che non ha prodotto i risultati sperati.
Tra i temi discussi, grande assente è stato quello della sostenibilità dei sistemi alimentari globali, che ad oggi, secondo i dati pubblicati dalla FAO proprio durante i giorni della COP26, sono responsabili del 31% delle emissioni di gas effetto serra causate dall’uomo.* Il tema della sostenibilità dei sistemi alimentari è stato infatti affrontato in modo marginale, senza mettere in campo alcuna soluzione concreta. Un paradosso, se consideriamo che tra gli accordi emersi alla Conferenza rientra anche il Global Methane Pledge, finalizzato alla riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, siglato da più di cento paesi tra cui sei dei maggiori dieci emettitori al mondo. Un accordo, tuttavia, che non ha previsto azioni concrete destinate al contrasto allo spreco e ai sistemi alimentari. Questi ultimi, assieme allo smaltimento dei rifiuti, rappresentano infatti le maggiori fonti di emissioni proprio di gas metano, e di conseguenza le aree in cui l’impatto delle misure sarebbe maggiore. È quindi auspicabile che all’interno dei successivi piani che ogni stato firmatario andrà a presentare, vengano incluse politiche e misure chiare che mettano al loro centro la lotta contro gli sprechi alimentari. Gli Stati Uniti sono al momento l’unico Paese che accenna a questa necessità per contrastare le emissioni di metano, ma senza per ora definire obiettivi e piani per raggiungerli: un impegno più forte e cospicuo, vista la centralità del problema, è necessario non solo oltreoceano ma da parte di tutti i Paesi che hanno sottoscritto la volontà di agire.
Agire per migliorare la sostenibilità ambientale e sociale dei nostri sistemi alimentari rappresenta un imperativo per invertire la rotta del cambiamento climatico e mantenere al di sotto di un aumento di 1.5°C l’innalzamento della temperatura globale per la fine del secolo, scongiurando le relative conseguenze sul nostro pianeta e sulla società. È necessario includere quindi il contrasto allo spreco alimentare all’interno delle azioni e delle politiche intraprese ai diversi livelli della società, impostando obiettivi e politiche vincolanti e misurabili, che possano contribuire a raggiungere gli obiettivi proposti dall’Agenda 2030 in termini di riduzione del 50% dello spreco alimentare pro capite e la riduzione delle perdite lungo tutta la filiera entro il 2030.**
È quindi fondamentale sottolineare l’esigenza di continuare a lavorare per raggiungere obiettivi ambiziosi in termini di lotta allo spreco alimentare. In questi giorni, Too Good To Go ha raggiunto, grazie all’impegno dei cittadini e utenti di 17 Paesi in cui è presente e attiva l’applicazione, il traguardo di 100 milioni di pasti salvati, che hanno permesso di risparmiare le emissioni equivalenti a 45.000 voli aerei intorno al mondo. Una piccola goccia, seppur impattante, nel mare della lotta agli sprechi, che deve passare dal coinvolgimento di attori pubblici e privati, ma anche degli stessi cittadini.
Eugenio Sapora - Country Manager Italia Too Good To Go
Note per la stampa:
* FAO, 2021: https://essd.copernicus.org/preprints/essd-2021-389/
** Nazioni Unite, 2015: https://unric.org/it/obiettivo-12-garantire-modelli-sostenibili-di-produzione-e-di-consumo/
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